Prestazione occasionale: tipologie, limiti e normative

Attraverso la prestazione occasionale è possibile svolgere attività lavorative saltuarie e sporadiche entro i limiti che sono indicati e previsti dal legislatore.

La prestazione occasionale è una tipologia di contratto molto diffusa e adatta a chi vuole ottenere dei piccoli guadagni, senza dovere aprire la partita IVA, ma solo nei casi in cui l’attività lavorativa è svolta in maniera non abituale e non continuativa. 

In ogni caso la prestazione di lavoro occasionale può essere la soluzione ideale per chi vuole provare ad intraprendere un percorso di lavoro autonomo senza avviare una vera e propria attività professionale.

Vediamo insieme normative, limiti divieti e tipologie di collaborazione occasionale.

Definizione

Con il termine prestazione di lavoro occasionale si intende un forma contrattuale da utilizzare nei casi in cui si voglia iniziare un’attività lavorativa non continuativa e non abituale sotto la direzione di un committente.

Differenza tra lavoro autonomo occasionale e prestazione occasionale

Per la sua natura sporadica, la prestazione occasionale, è spesso confusa con il lavoro autonomo occasionale. Le due forme contrattuali possono sembrare simili perché sono entrambe attività che non prevedono collaborazioni regolari e ricorrenti nel tempo ma in realtà differiscono sotto alcuni aspetti.

Le principali differenze riguardano sia il metodo retributivo che, soprattutto, il concetto di subordinazione da parte del committente:

  • La prestazione occasionale è svolta sotto la guida e la direzione del committente che ha commissionato il lavoro.
  • Il lavoro autonomo occasionale, invece, viene svolto senza che il committente svolga un coordinamento delle attività del lavoratore.

Normative e modifiche

La disciplina che regolava il lavoro occasionale nel mercato del lavoro ha subito negli ultimi anni parecchie modifiche.

Fino al 2015 infatti la prestazione occasionale era regolata dalla legge n. 30/2003 (Riforma Biagi) che aveva l’obiettivo di rendere più flessibile il mercato del lavoro attraverso l’introduzione di nuove tipologie contrattuali (comprese quelle occasionali) che dovevano favorire la diminuzione del tasso di disoccupazione. Durante questo periodo il “lavoro occasionale accessorio” era caratterizzato dalla presenza del Voucher (buoni lavoro) come modalità di pagamento per i lavoratori.

Nel 2015 poi, il “Jobs Act” (Decreto Legislativo n. 81/2015), ha abolito il sistema dei voucher e le collaborazioni occasionali, in particolare:

  • Collaborazioni a progetto.
  • Contratti “mini co.co.co” di collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.).

La legge di Bilancio del 2023 vede la reintroduzione dei voucher per il lavoro occasionale e stagionale, esclusivamente per alcuni settore specifici: agricoltura, industria alberghiera e strutture ricettive operanti nel settore turistico, comparto HO.RE.CA., settore dei servizi alla persona e, infine, il lavoro domestico.

Nuove forme contrattuali

Dopo che il “Jobs Act” serviva, però, regolamentare tutti quei contratti che prima erano gestiti tramite i voucher. Quindi il Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50 ha introdotto due nuove forme contrattuali: il Libretto Famiglia e il Contratto di prestazione occasionale.

Libretto famiglia

Il libretto famiglia INPS è lo strumento che è stato scelto per i privati (persone fisiche senza partita IVA) che devono retribuire le prestazioni di lavoro occasionale.

Per utilizzare il libretto famiglia è necessario andare sul sito dell’INPS e versare il denaro che servirà per retribuire i “piccoli lavori” che sono compresi in questa collaborazione e che rientrano in queste categorie:

  • lavori domestici, di pulizia o di manutenzione;
  • assistenza domiciliare ai bambini (baby sitter);
  • assistenza a persone anziane con problemi di disabilità o ammalate;
  • lezioni private di ripetizione.

Limiti e compensi libretto di famiglia 

Per ogni datore di lavoro è possibile utilizzare il libretto famiglia per 280 ore in un anno e per un importo massimo di:

  • 5.000 euro totali se si utilizzano più lavoratori;
  • 2.500 euro verso un singolo lavoratore.

Il compenso minimo per un’ora di lavoro è 8 euro anche se per il datore di lavoro il costo è pari a 10 euro all’ora in quanto nel totale vanno inseriti:

  • 1,65 euro di contributi INPS, 
  • 0,25 euro  per l’assicurazione infortuni,
  • 0,10 euro per le spese di gestione.

Il compenso minimo è di 10 euro ma, a seconda del tipo di lavoro si può concordare anche un importo maggiore. Ad esempio per svolgere i loro compiti, probabilmente, un insegnate di ripetizioni o un’assistente domiciliare potrebbero richiedere un compenso orario maggiore.

Contratto di prestazione occasionale

Il contratto di prestazione occasionale permette di instaurare una collaborazione lavorativa saltuaria. A differenza del Libretto Famiglia il compenso minimo giornaliero è di 36 euro corrispondente a 4 ore lavorative con un compenso minimo orario che non può essere mai inferiore ai 9 euro (per il settore agricolo sono previsti limiti diversi).

Al compenso che spetta al lavoratore vengono applicati degli oneri a carico dell’utilizzatore:

  • la contribuzione alla Gestione Separata (33%);
  • l’assicurazione INAIL (3,5%).

Limiti e compensi prestazione occasionale

Esistono dei limiti di importi annuali in cui devono rientrare sia il datore di lavoro (utilizzatore) che il lavoratore (prestatore).

  • il datore di lavoro può attivare prestazioni occasionali per un importo massimo di 5.000 euro annui, considerando tutto l’insieme dei lavoratori a cui si è rivolto.
  • I compensi che può, invece, ricevere il lavoratore devono rispettare queste caratteristiche: 
    • Per prestazioni occasionali svolte per lo stesso datore di lavoro può ricevere al massimo 2.500 euro annui,
    • Per prestazioni occasionali svolte per più datori di lavoro può ricevere al massimo 5.000 euro annui. Questa cifra può arrivare a 6.666 euro nel caso in cui si rientri in determinate categorie: studenti fino a 25 anni, disoccupati, percettori di prestazioni a sostegno del reddito. 

Divieti

La normativa prevede alcuni limiti di utilizzo del contratto di prestazione lavoro occasionale. In particolare non possono usufruire di questa tipologia di contratto:

  • datori di lavoro che, nell’anno precedente, hanno occupato in media più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato;
  • imprese edilizie o simili;
  • imprese che svolgono attività di escavazione e lavorazione di materiale lapideo;
  • imprese del settore miniere; 
  • imprese del settore cave e torbiere;
  • imprese del settore agricolo, tranne che per alcuni soggetti a rischio di esclusione sociale (L.21 giugno 2017, n. 96) se, nell’anno precedente, non erano iscritti nell’elenco anagrafico dei lavoratori agricoli;
  • nell’ambito dell’esecuzione di appalti di opere o servizi.

Procedura di utilizzo

Per utilizzare il libretto di famiglia o il contratto di prestazione occasionale è necessario che entrambe le parti siano registrate sulla piattaforma INPS:

  • il datore di lavoro (utilizzatore);
  • il lavoratore (prestatore di lavoro).

La registrazione può essere fatta:

  • online tramite il sito dell’INPS,
  • telefonando al Contact Center Inps al numero 803 164 (gratuito da telefono fisso),
  • presso un patronato ACLI, CISL, CGIL, UIL,
  • presso un commercialista o un consulente del lavoro.

Per effettuare la registrazione è necessario essere in possesso di uno dei sistemi di identità digitale:

  • SPID – Sistema Pubblico di Identità Digitale.
  • CNS – Carta nazionale servizi.
  • CIE – Carta d’identità elettronica.

Una volta completata la registrazione si può procedere all’eventuale attivazione della prestazione occasionale tenendo presente che:

  1. Il datore di lavoro deve comunicare tutte le informazioni necessarie per l’attivazione della collaborazione (dati anagrafici del lavoratore, compenso, orario, luogo di lavoro, ecc) almeno 60 minuti prima dell’inizio dell’attività del lavoratore,
  1. La comunicazione viene gestita attraverso un calendario giornaliero presente sul sito dell’INPS dove devono essere inseriti i dati sopracitati. In questa fase è importante indicare anche se il lavoratore rientra in una delle categorie svantaggiate (disoccupato, studente, pensionato o percettore di misure a sostegno del reddito).
  1. Infine, l’INPS eroga direttamente i compensi al lavoratore nella modalità scelta durante la fase di registrazione al portale. Le tempistiche prevedono che il pagamento sia effettuato entro il 15 del mese successivo allo svolgimento della prestazione lavorativa.

A partire dal 10 luglio 2017 è possibile andare sul sito dell’INPS e accedere alla pagina “Portale dei pagamenti” dove è possibile avere accesso alle prestazioni di lavoro occasionale.

Grazie a queste nuove tipologie di contratti che regolano le collaborazioni occasionali è possibile quindi svolgere attività saltuarie e sporadiche. E ‘importante però, informarsi con attenzione dei limiti di questa tipologia di collaborazione analizzando soprattutto gli importi massimi che si possono percepire e i settori lavorativi dove non è possibile erogare questi tipi di prestazione. 

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