Lavorare con partita IVA: aspetti lavorativi, fiscali e contributivi

La partita Iva è un numero di 11 cifre che deve essere presente in tutte le fatture emesse e ricevute. Questo codice identifica il lavoratore autonomo, o la società, e viene assegnato direttamente dall’agenzia delle entrate. 

Lavorare con la Partita IVA significa poter operare da lavoratore autonomo e svolgere i propri servizi senza avere un vincolo di subordinazione con un datore di lavoro. 

I servizi che possono essere svolti con questo tipo di contratto abbracciano diversi settori e possono comprendere:

  • la realizzazione di un bene materiale o di un servizio,
  • un’attività o una consulenza di tipo intellettuale.

Quando si decide di aprire una partita IVA ci possono essere molti dubbi in merito al suo funzionamento e agli aspetti contributivi e fiscali. Cerchiamo di fare chiarezza.

Come funziona il contratto con Partita IVA?

Il contratto con Partita IVA prevede che il lavoratore si impegni a realizzare un’opera o un servizio dietro il pagamento di un compenso concordato tra le parti senza nessun tipo di vincolo di subordinazione da parte del committente. Entriamo nel dettaglio.

Caratteristiche

Partiamo subito con lo specificare che questo tipo di contratto funziona diversamente dal lavoro di tipo subordinato. 

Il lavoratore dipendente è assunto direttamente dall’azienda con un contratto determinato o indeterminato e ha precise informazioni che regolano il rapporto di lavoro con il datore di lavoro (orari, luogo di lavoro, mansioni, retribuzione, ferie, ecc).

Un lavoratore con partita iva è invece libero di gestire in maniera autonoma tutti questi aspetti. Ecco alcune delle caratteristiche principali di questo tipo di contratto:

  • nessun vincolo di orario, 
  • nessun vincolo di presenza all’interno dell’azienda,
  • scelta della modalità e del luogo di svolgimento ed esecuzione del lavoro.

Imposte e contributi 

Un’altra differenza rispetto ad un dipendente riguarda gli aspetti fiscali e contributivi.

Un lavoratore subordinato infatti non si preoccupa di dover pagare le tasse in prima persona in quanto queste vengono trattenute direttamente dalla propria busta paga ed è poi il datore di lavoro che si occupa di versarle.

Il lavoratore autonomo, invece, è tenuto a occuparsi in prima persona di:

  • pagare le imposte all’agenzia delle entrate indipendentemente dalla categoria di appartenenza (artigiano, commerciante, libero professionista).
  • versare i contributi previdenziali in base alla propria cassa di riferimento

Quest’ultimo punto presenta alcune differenze in base alla categoria di appartenenza.

Per i lavoratori con partita IVA esistono infatti diversi modi per versare i contributi:

  • Artigiani e commercianti versano i contributi attraverso la Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS
  • Molti liberi professionisti hanno invece una cassa previdenziale specifica. Alcune delle principali esistenti in Italia sono:
    • Cassa Medici (ENPAM)
    • Cassa Psicologi (ENPAP)
    • Cassa Ingegneri e Architetti (INARCASSA)
    • Cassa Giornalisti e Liberi Professionisti (INPGI)
    • Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti (CIPAG)
    • Cassa Infermieri, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia (ENPAPI)
    • Cassa nazionale del Notariato (CNN)
    • Cassa Ragionieri e Periti Commerciali
    • Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Dottori Commercialisti (CNPADC)
    • Cassa Consulenti del Lavoro (ENPACL)
    • Cassa dei Farmacisti (ENPAF)

Obblighi

Come abbiamo visto i lavoratori autonomi sono tenuti a versare imposte e contributi e devono inoltre adempiere ad una serie di obblighi:

  • emettere una fattura per ogni lavoro svolto,
  • redigere e inviare la dichiarazione dei redditi,
  • se necessario compilare il modello Intrastat.

Lavoro con Partita IVA: pro e contro

Questa tipologia di lavoro ha sia aspetti positivi sia negativi che bisogna valutare attentamente prima di intraprendere questo percorso lavorativo.

Vantaggi 

Aprire la partita IVA permette di avere una serie di vantaggi come:

  • sviluppare i propri progetti in maniera autonoma,
  • libertà di organizzazione dei tempi e dei luoghi di svolgimento delle mansioni. Questo tipo di lavoro permette infatti di essere più liberi di gestire e organizzare il proprio tempo con la massima autonomia, 
  • guadagni potenzialmente più alti. Il guadagno dipenderà esclusivamente dalla tua capacità di ottenere profitti attraverso il tuo modello di business.

Svantaggi 

I maggiori svantaggi dipendono soprattutto dal fatto che i lavoratori autonomi hanno minori tutele rispetto ai dipendenti. Facciamo qualche esempio:

  • le entrate non sono garantite, quindi ci potranno essere dei mesi in cui il guadagno varierà senza permettere di avere una vera e propria garanzia o stabilità economica.
  • l’organizzazione del lavoro sarà completamente a carico del lavoratore che dovrà essere bravo ad organizzare e gestire il proprio tempo.
  • il lavoratore autonomo si assume tutti i rischi; se non porta a termine il lavoro o non raggiunge i risultati concordati rischia di non percepire alcun guadagno
  • non ha le stesse tutele che hanno i lavoratori dipendenti come ad esempio l’indennità di disoccupazione (NASpI) in caso di perdita del lavoro. 

Costi 

Un altro metro di valutazione per comprendere i pro e i contro di questo tipo di attività è rappresentato dai costi fissi e variabili che bisogna affrontare

Tra i costi fissi troviamo:

  • costo del commercialista o della consulenza fiscale.

In caso di di apertura di una ditta individuale si dovrà anche tener conto di altri fattori come:

  • l’iscrizione e la registrazione alla camera di commercio,
  • il diritto annuale camerale: si tratta di un tributo che chi è iscritto al registro delle imprese deve versare ogni anno alla camera di commercio in cui è situata la sede legale. 

I costi variabili invece cambiano in base al profitto derivante dall‘attività e sono calcolati in percentuale in base al guadagno. DI solito si considera una percentuale di riferimento che si aggira tra il 25% e il 30%

Con questo articolo speriamo di aver fatto maggiore chiarezza su questo tipo di percorso in modo che abbiate ben chiari i pro e i contro di questa attività lavorativa. 

Concludiamo dicendo che, prima di decidere se aprire o meno una partita IVA, è importante rivolgersi a consulenti dedicati che siano in grado di rispondere a tutti i dubbi e le domande che ci possono essere prima di intraprendere questo percorso lavorativo.

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